
Non sono un cuoco di professione,ma un cuoco per diletto, nato forse per necessità.Nella vita faccio il ristoratore e il mio campo e la sala, ma la passione per questo mestiere mi ha portato ad occuparmi molto da vicino ai fornelli, anche se mi piace la cucina vicino al cliente (flambé). Chiarito il concetto mi preme però dire che ottenere dei buoni risultati in cucina e non solo, ci deve essere soprattutto un ingrediente essenziale: l'amore per il proprio lavoro.
domenica 28 giugno 2015
martedì 24 marzo 2015
martedì 10 febbraio 2015
Il Polpo
Il polpo comune o piovra, Octopus vulgaris Cuvier è un cefalopode della famiglia Octopodidae. Spesso ci si riferisce al polpo utilizzando la parola polipo, ma il nome corretto è polpo, in quanto i polipi sono invece animali acquatici appartenenti al phylum degli Cnidari. Il polpo rappresenta uno dei prodotti del mare più graditi a tavola ed è notoriamente povero di calorie e quindi adatto alle diete. Si presta a varie cotture, ma la più tipica è in insalata con le patate. Generali↑ Vai all'indice Il polpo comune ha la forma di un sacco rugoso, color grigio-giallastro con macchie bruno-verdi. Ha la caratteristica di avere una doppia fila di ventose su ognuno degli otto tentacoli intorno alla bocca. Habitat È molto diffuso nel Mar Mediterraneo, in tutti i mari e negli oceani. È un mollusco cefalopode molto diffuso nei bassi fondali, non oltre i 200 metri. Il polpo ama nascondersi in fessure e stretti cunicoli in cui riesce, non avendo endoscheletro nè esoscheletro, a insinuarsi senza difficoltà assumendo qualsiasi forma. Stagionalità della pesca Nel Mediterraneo viene pescato principalmente in due diversi periodi dell'anno: da settembre a dicembre (in buone quantità, seppur ancora di piccola taglia) e da maggio a luglio (periodo nel quale è di taglia più grossa). È piuttosto difficile per i pescatori catturarlo perchè si nasconde benissimo negli anfratti, ma c'è un trucco! Il polpo tende a circondare la sua tana con oggetti colorati che lo rende individuabile. Caratteristiche Il polpo possiede 3 cuori e ha la capacità di cambiare colore molto velocemente e con grande precisione sfruttando questa abilità sia per mimetizzarsi che per comunicare con i suoi simili. Il corpo è lungo 15-30 cm e la caratteristica principale è la presenza di una doppia fila di ventose su ognuno degli otto tentacoli lunghi in media 70-90 cm e in rari casi possono raggiungere i 300 cm, mentre per esempio il moscardino ha una sola fila di ventose. Al centro degli otto tentacoli, sulla parte inferiore dell'animale, si trova la bocca che termina con un becco corneo (foto a sinistra) utilizzato per rompere gusci di conchiglie e il carapace dei crostacei dei quali si nutre. In genere i maschi sono più grandi delle femmine. Può spostarsi rapidamente espellendo con forza l'acqua attraverso un sifone, che viene utilizzato anche per l'emissione dell'inchiostro nero usato in funzione difensiva per confondere eventuali predatori. Invertebrato intelligente È considerato uno degli invertebrati più intelligenti. È stato dimostrato che il polpo comune ha buone capacità di apprendimento e di associazione se sottoposto a test osservando gli altri della sua specie. Una volta pescato, è in grado di liberarsi uscendo attraverso i boccaporti delle navi e altri test hanno dimpostrato che ponendogli alla vista una preda rinchiusa in un barattolo è in grado di aprire il barattolo per raggiungere il cibo. L'inchiostro Il polpo per sfuggire alla cattura emette un liquido nero detto inchiostro, secreto da una ghiandola posta all'interno della testa. L'inchiostro è indelebile sugli abiti, per questo i pescatori generalmente lo abbattono sott’acqua. Varietà: polpo di scoglio e polpo di sabbia Si possono distinguere il polpo di scoglio e il polpo di sabbia: il primo è carattatterizzato dalla presenza di 2 file di ventose su ogni tentacolo e ha carni particolarmente prelibate e tenere; il secondo è più piccolo e ha una sola fila di ventose, i tentacoli sono molto più lunghi e sottili e la sua carne è meno pregiata perché più consistente. In commercio Si possono acquistare polpi freschi o congelati. In genere si trovano polpi che non superano 1 kg di peso, anche se ne esistono alcuni anche di 5-6 kg! Culinarie↑ Vai all'indice Come scegliere Per capire se un polpo è fresco bisogna osservarne il colore che deve essere vivo e intenso, la carne deve apparire soda, così i tentacoli che non devono essere flaccidi. Inoltre anche il profumo è importante; deve avere un buono profumo di mare e non di ammoniaca. Come conservare Si può conservare in frigorifero al massimo per 24 ore già pulito e riposto in vaschette di plastica o vetro chiuse ermeticamente. In freezer si conserva circa 3 mesi se, una volta pulito, viene posto negli idonei sacchetti per alimenti. È importante però surgelarlo subito dopo l'acquisto per evitare perda le sue caratteristiche organolettiche. Come pulire il polpo Diversamente dagli altri pesci, gli organi interni nel polpo sono situati tutti nella testa, mentre i tentacoli sono formati solamente dai muscoli. Dopo l’acquisto è bene pulire anche anche le ventose del polpo che potrebbero contenere dei residui sabbiosi. Come pulire la testa Eseguire un taglio longitudinale partendo dalla base della testa fino alla cima. Aiutandosi con un coltello si deve rivoltare completamente la testa, e raschiare con la lama la parte costituita da muscoli, al fine di spostare gli organi interni che vanno tutti eliminati compresa la sacca gialla che contiene l'inchiostro. Sciacquare sotto acqua corrente. Come eliminare il becco Con un coltello appuntito o con la punta di una forbice da cucina cercare il becco tra i tentacoli, dalla parte della testa e tagliarlo intorno alla base per rimuoverlo completamente. Sciacquare sotto acqua corrente. Rimozione degli occhi Rimuovere gli occhi sempre con l'aiuto di un coltello. Sciacquare sotto acqua corrente. Eliminazione della pelle Se si sceglie di togliere anche la pelle bisogna farlo dopo la cottura questa operazione deve essere effettuata dopo la cottura. Infatti dopo la bollitura, basta passarlo velocemente sotto l’acqua fredda e la pelle viene via facilmente. Come cucinare Il polpo è delizioso cotto quasi in qualsiasi modo: sulla griglia, ma anche lessato, stufato, saltato. La cottura alla griglia ha il pregio di esaltare tutto il sapore gustoso delle sue carni. Il modo più classico di cucinare il polpo è freddo in insalata (foto a sinistra), con patate e prezzemolo oppure può essere cucinato affogandolo in un recipiente di terracotta, con pomodorini e altri ingredienti. Si usa anche fare il “polpo ubriaco”, con vino rosso, aglio e peperoncino. Il polpo è molto amato in Spagna e in particolar modo in Galizia, dove il "pulpo gallego" (foto a destra) viene condito con la paprica piccante ed particolarmente consumato dai pellegrini che percorrono il cammino di Santiago. In Giappone viene invece semplicemente servito crudo, con salsa di soia e un pizzico di wasabi. Carpaccio di polpo Nei supermercati e nelle gastronomie è facile trovare il carpaccio di polpo. Solitamente non è molto "economico", e quindi perchè non provare a farlo a casa? Non è difficile. Dopo aver bollito il polpo per il tempo necessario e con gli aromi preferiti, tagliate una bottiglia di plastica, lavatela e metteteci i pezzi di polpo alternandoli con della scorza d'arancia tritata grossolanamente o senza nulla. Una volta messo tutto il polpo nella bottiglia, con un batticarne premere molto energicamente la carne del polpo in modo tale da far fuoriuscire tutto il liquido dal polpo e che andrà eliminato. Questa operazione va ripetuta per almeno due volte. Riporre quindi la bottiglia con il polpo e il batticarne in frigorifero per almeno 4-5 ore finchè solidifica. Una volta solidificato, rimuovere il batticarne, tagliarte la bottiglia ed estrarre il carpaccio di polpo. A questo punto affettare il carpaccio di polpo molto sottile, disporre le fettine su di un piatto da portata e condirle a piacere con olio extravergine d'oliva, sale, e volendo prezzemolo, limone e pepe. Battere il polpo Dopo aver acquistato un polpo fresco, prima di procedere con la cottura, è utile batterlo con un batticarne per qualche minuto, così da snervarlo e renderlo più tenero. Tempi di cottura e consigli per la lessatura La cottura del polpo è abbastanza delicata soprattutto la lessatura. La consistenza va a gusti, c'è chi lo preferisce tenerissimo, e chi invece lo preferisce morbito ma al contempo croccante, certo è che non è gradevole se troppo gommoso. Come regola si può dire che ogni chilo di polpo deve cuocere per una cinquantina di minuti e all'acqua si può aggiungere aglio, alloro, pepe in grani, bacche di ginepro ma anche pomodorini e spezie a piacere. Una cottura prolungata a fuoco dolce rende morbide le sue carni; parecchie ricette suggeriscono di farlo sobbollire per un paio d’ore, ma se è stato precedentemente scottato bastano 45 minuti (se pesa 1 kg o più), altrimenti si devono calcolare circa 60-90 minuti. Importante è cuocerlo sempre in acqua tiepida o fredda e non salata, in quanto il sale tende a indurirlo. Nel caso il polpo sia di piccole dimensioni e lo si voglia presentare con i tentacoli arricciati, deve essere immerso in acqua bollente. Polpo in pentola a pressione Metodo per un polpo di 1 Kg. Dopo aver pulito il polpo , portate a bollore nella pentola a pressione 500 ml di acqua. A bollore aggiungere il polpo, bacche di ginepro, foglie di alloro, pepe in grani e 50 ml di vino bianco Chiudere il coperchio della pentola a pressione e quando la pentola ha raggiunto il massimo della potenza abbassate la fiamma e continuare la cottura per venti/venticinque minuti. Quindi spegnere e lasciare raffreddare la pentola. Aprire la pentola a pressione e lasciare raffreddare il polpo nella sua acqua di cottura per evitare che indurisca Una volta raffreddato, tagliarlo a pezzi e condire come si preferisce. Il limone è meglio se aggiunto al momento di servire. Polpo alla griglia Dopo aver pulito il polpo si procede con una veloce lessatura in abbondante acqua calda non salata per circa 15 minuti. Quindi tolta la pentola dal fuoco si lascia raffreddare nella stessa acqua di cottura. Una volta che i polpi saranno tiepidi, toglierli dalla pentola, scolarli e tagliati a pezzi piuttosto grossi possono essere marinati a piacere con olio, sale, pepe e prezzemolo. Dopo aver fatto riposare la marinatura coperta da una pellicola per alimenti in frigorifero per almeno 30 minuti, disporre i pezzi di polpo scolati su una griglia ben calda. Cuocere per 4-5 minuti per lato, spennellando spesso con la marinata. Una volta pronti, disporre su di un piatto di portata i pezzi di polpo grigliati e cospargere con una bella spruzzata di limone, e guarnire con qualche foglia di prezzemolo e servire ben caldo. Trucchi per un polpo tenero Come detto in precedenza è molto utile batterlo con un batticarne. Per intenerire le carni del polpo durante la cottura, la tradizione prevede di farlo bollire con un tappo di sughero che essendo un legno, libera tannini, dei composti acidi che contengono dei componenti che contribuiscono a renderlo più morbido; tuttavia, alcuni sostengono che si tratti di una leggenda nata nel Sud Italia (quando in passato i polpi venivano venduti per strada legati a uno spago e a un turacciolo) e affermano anzi che il sughero potrebbe conferire al mollusco il suo sapore. Uno dei trucchi più seguiti polpo più morbida, forse uno dei più seguiti è quello di sciogliere un cucchiaino di bicarbonato nell'acqua di bollitura Nutrizionali↑ Vai all'indice Il polpo è povero di calorie e può essere consumato 1-2 volta la settimana. Ha un buon contenuto di proteine, ma contiene anche lipidi, sodio e colesterolo (da INRAN: 72 mg per 100 g), calcio, ferro, potassio, fosforo, vitamina A e vitamina B1. Tabella nutrienti Per 100 gr di polpo crudo: Nutriente Valore Calorie 57 Kcal Proteine 10,6 gr Carboidrati 1,4 gr Lipidi 1 gr Culturali↑ Vai all'indice Origine del nome Il termine polpo ha origine dal latino pōlypus, da una forma greca dorica πώλυπους (pṓlypous) o πωλύπους (pōlýpous), probabilmente da πολύς (polýs), "molto", e πούς, (póus), "piede", quindi "dai molti piedi". Il termine piovra deriva da pieuvre, forma dialettale normanna derivante dal latino pōlypus. Dialetti Dialetto Voce Calabria prùppu, pruppu Campania purpo senisco, purpo verace Friuli Venezia Giulia folpo Liguria purpu Lombardia folp Sicilia purpu Altre lingue Lingua Voce Inglese octopus Francese pieuvre Spagnolo pulpo Tedesco tintenfisch Il polpo Paul.
lunedì 9 febbraio 2015
Clamorosa gaffe dello chef Carlo Cracco
Un colpo ferale. Per uno chef rinomato come lui, la gaffe è clamorosa. Parliamo di Carlo Cracco. È scivolato sull'aglio ed è stato ripreso da una giunta comunale che gli ha scritto nero su bianco per emendare l'errore grossolano.
Durante il programma C'è posta per te, il masterchef svela il suo segreto per la ricetta della matriciana, cioè l'aglio in camicia. Peccato però che dopo poco tempo sia partita dal comune di Amatrice una lettera degli amministratori con tanto di ingredienti: guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino".
Insomma, l'aglio non c'è. Né nudo né in camicia.
Nadia Santini la prima donna chef del mondo
Di classifiche che mettono in fila in ordine di bravura cuochi e ristoranti ce ne sono tante, da quelle delle guide, compilate da critici, ad altre che sono frutto di sondaggi tra i diversi addetti ai lavori del comparto enogastronomico, ed è il caso dei World’s Best 50 Restaurants che si tiene ogni anno a Londra. Di certo, non si può contestare la competenza dei giudici scelti dal periodico specializzato francese Le Chef per compilare la propria classifica dei 100 migliori cuochi del mondo: i 512 chef che al mondo hanno ottenuto le 3 o le 2 stelle dalla Guida Michelin.
Rispetto a World’s best le differenze sono molte, a partire dal migliore piazzamento dei cuochi francesi, evidentemente penalizzati dalla “formula inglese”. Una costante, tuttavia, c’è: in un mondo dove la componente maschile e predominante, la prima donna è sempre lei, Nadia Santini, del ristorante Dal Pescatore di Canneto sull’Oglio. Premiata nel 2013 a Londra come migliore cuoca del mondo, Nadia tra i migliori 100 di Le Chef occupa la quarantunesima posizione, ma davanti a lei non c’è alcuna donna (la francese Anne Sophie Pic è 47ª). Primo degli italiani è sempre Massimo Bottura, ma se l’Osteria Francescana di Modena per World’s Best è terzo, per i colleghi stellati è 29º, con Enrico Crippa di Piazza Duomo ad Alba 33º e Massimiliano Alajmo delle Calandre di Sarmeola di Rubano 39º. Nadia Santini e Dal Pescatore, quindi, sono quarti tra gli italiani, che tra i magnifici cento contano anche Enrico Cerea (Da Vittorio di Brusaporto, 43º), Mauro Uliassi (del ristorante omonimo di Senigallia, 62º), Davide Scabin (Combal.zero di Rivoli Torinese, 71º), Heinz Beck (La Pergola di Roma, 74º) e Annie Feolde (Enoteca Pinchiorri di Firenze, 88ª).
Cambia molto anche tra i primi dieci, di certo il leader non è il danese Rene Redzepi del Noma di Copenaghen, che per la giuria dei colleghi scende al 21º posto, bensì il parigino Pierre Gagnaire, che nell’altra graduatoria si colloca addirittura 92º. Secondo per gli chef stellati è il mitico Paul Bocuse, che da World’s best ha ricevuto il premio alla carriera, ma non rientra tra i migliori 100. A mettere d’accordo tutti, se non altro, c’è il catalano Joan Roca di El Celler de Can Roca, secondo a Londra e terzo a Parigi, quindi sul podio per entrambe le classifiche. Molte differenze, quindi, che difficilmente possono essere legate al fatto che World’s Best giudica i ristoranti, mentre “100 Chefs” vota le persone. Di certo, il Gotha della cucina mondiale considera Nadia Santini la cuoca più brava del mondo, grazie anche al supporto che arriva da una cucina dove al suo fianco continua ad operare la suocera Bruna Santini e, soprattutto, da alcuni anni riveste un ruolo chiave Giovanni Santini, il figlio. Una cucina molto legata ai prodotti di eccellenza del territorio, sia padano che, generalmente, italiano, per gustare la quale arrivano a Runate di Canneto sull’Oglio appassionati da tutto il mondo. Che ora potranno anche provare a imitare Nadia, visto che il libro, edito da Giunti, sulla cucina dei Santini (dal quale è ricavata la ricetta a lato) è tradotto anche in inglese.
venerdì 30 gennaio 2015
mercoledì 28 gennaio 2015
È il vastese Emmanuele Forcone uno dei tre componenti della squadra italiana che qualche ora fa a Lione si è laureata Campione del Mondo di Pasticceria. Insieme a Fabrizio Donatone e Francesco Boccia, il maestro pasticcere originario di San Valentino in Abruzzo Citeriore ma vastese d'adozione, ha conquistato la giuria con il celebre pasticcere Iginio Massari come presidente onorario.
La squadra italiana, attraverso creazioni di incredibile perfezione con tanto di zucchero modellato, cioccolato e sculture di ghiaccio, ha sbaragliato la concorrenza. Nelle ultime quattro edizioni l'Italia era stata una presenza fissa sul podio della manifestazione che si tiene ogni due anni nella città francese. Nel 2011 c'era anche Forcone, dopo la sua prima affermazione come campione italiano (2010), nel team che conquistò la medaglia d'argento.Lo scorso anno, in occasione del Sigep di Rimini, Emmanuele Forcone aveva riconfermato la conquista del titolo di miglior pasticcere d'Italia (l'articolo) entrando quindi di diritto nella squadra nazionale per l'edizione 2015 della Coppa del Mondo. Lui e i suoi bravi colleghi si sono preparati duramente e alla fine è arrivato il risultato sperato, la vittoria, così come era già capitato nel 1997.
Per Forcone, che ormai è un pasticcere di fama internazionale, con la sua attività che lo porta a girare il mondo, una nuova soddisfazione da aggiungere all'albo d'oro dei suoi successi. A Vasto in tantissimi nel corso degli anni ne hanno apprezzato le creazioni realizzate nella pasticceria Pannamore di Nino Radoccia, da cui poi il talentuoso (e ancora molto giovane) pasticcere ha spiccato il volo.
martedì 27 gennaio 2015
domenica 25 gennaio 2015
La cernia: la regina delle scogliere sommerse
Scritto da Andrea Dramisino
Con il nome di “Cernia” vengono indicate diverse specie d’acqua salata appartenenti alla famiglia Serranidae. Sono pesci ossei caratterizzati da un corpo massiccio e una bocca ampia con una mandibola più sporgente rispetto alla mascella. Vivono a stretto contatto con il fondo marino e in acque poco profonde. Possono arrivare fino a una lunghezza di 3,5 metri
(Epinephelus lanceolatus tipica dell’Australia) e sono caratterizzate da una pinna dorsale unica rinforzata anteriormente da 9-11 spine. Molte di queste specie sono dotate di cromatofori che permettono un rapido cambiamento di colore così da garantire un miglior mimetismo.
Le Cernie abitano i mari tropicali, in particolare dell’oceano Indiano e Pacifico. Per quanto riguarda il Mediterraneo è possibile osservare alcune specie autoctone più qualcuna che si è avventurata all’interno del bacino in seguito all’apertura del canale di Suez. Autoctone dei nostri mari sono la cernia dorata (Epinephelus alexandrinus), la cernia bianca (Epinephelus aeneus) e la cernia rossa (Mycteroperca rubra). Anche se molto più rare, abitano questo mare la cernia di fondale (Polyprion americanus) e la cernia nera (Epinephelus caninus). Queste ultime due sono osservabili nel Mediterraneo solo durante i loro stadi giovanili. Tutte queste specie sono essenzialmente carnivore, ma avendo raggiunto un certo grado di specializzazione alimentare occupano diverse nicchie ecologiche. In questo modo la competizione interspecifica è molto attenuata. Sempre per quanto riguarda il mare Mediterraneo, la più comune è la cernia bruna (Epinephelus marginatus). Epinephelus marginatus è un pesce di grandi dimensioni che può raggiungere i 70Kg di peso. Distribuita lungo tutte le coste italiane, preferisce fondali rocciosi e acque con una profondità tra 8 e 100 metri, mentre gli esemplari giovani si stabiliscono più in prossimità della costa. Occasionalmente è possibile osservare alcuni individui anche nelle acque dell’Atlantico orientale, ma la specie preferisce stabilirsi all’interno del Mediterraneo. Caratteristiche della cernia bruna sono le pinne pettorali ampie e con margini arrotondati che, negli esemplari adulti, presentano una bordatura bianca. La pinna caudale è ampia e a forma di ventaglio con la parte terminale tondeggiante e di colore blu scuro. La livrea ha un colore di fondo bruno con macchie più chiare lungo i fianchi, ma varia comunque in funzione dell’ambiente circostante: può assumere una colorazione tendente al verde se il fondale è coperto da alghe, se il fondo è sabbioso possono comparire delle sfumature bianche. Il dorso in ogni caso si presenta generalmente scuro e il ventre giallastro.
La specie è ermafrodita proterogina perciò nello stesso individuo, all’interno delle gonadi, coesistono gameti maschili e femminili. Questi ultimi maturano prima e le Cernie nascono con funzioni sessuali femminili per poi assumere funzioni maschili una volta raggiunti i 10-12 anni di età e una lunghezza di circa 80 cm. Gli esemplari di grandi dimensioni sono dunque esclusivamente maschi.
La sua alimentazione è carnivora. La Cernia bruna è infatti un predatore vorace che si nutre principalmente di molluschi, crostacei e altri pesci. Essendo una specie estremamente sedentaria vive quasi sempre in prossimità del fondo roccioso ovunque ci siano validi nascondigli e una certa tranquillità. Una volta scelta quella che sarà la sua dimora e la sua zona di caccia raramente se ne allontana. La specie è perciò strettamente territoriale e ogni maschio dominante difende in modo aggressivo il proprio territorio dai propri conspecifici. Come tecnica di caccia predilige gli agguati rimanendo acquattata nell’ombra. Quando una possibile preda si avvicina, la Cernia spalanca l’enorme bocca aspirando la preda che viene ingoiata intera per poi essere digerita dai succhi gastrici all’interno dello stomaco.
All’interno del Mediterraneo la riproduzione avviene durante il periodo estivo. Intorno al mese di Luglio i maschi cominciano a segnalare la propria territorialità esibendo delle macchie più brillanti e perlustrano il proprio territorio muovendosi in modo frenetico scacciando ogni altro maschio che osi avvicinarsi. Di tanto in tanto questi
maschi territoriali si dirigono verso zone meno profonde frequentate dalle femmine e cominciano un’opera di corteggiamento seguendo un singolare rituale. Le uova rilasciate non vengono protette dall’adulto e sono perciò soggette a una intensa attività predatoria.
La Cernia bruna è stato oggetto, negli ultimi anni, di una pesca eccessiva a causa della prelibatezza delle sue carni e dell’ambizione di pescatori sportivi. Questa caccia indiscriminata ha portato alla scomparsa della specie in molte zone costiere italiane. Poiché i maschi, di dimensioni maggiori si stabiliscono spesso a profondità maggiori, a rischio di cattura sono esposte prevalentemente le femmine. Questo crea un pericoloso squilibrio tra sessi che mette a repentaglio la sopravvivenza della specie. La maggior parte delle popolazioni sopravvivono oggi quasi esclusivamente all’interno di aree marine protette. Attualmente la specie è considerata a rischio estinzione ed è stata inserita nella Lista Rossa della IUCN con classificazione EN-Endangered.
venerdì 23 gennaio 2015
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